.Recensione di Madden NFL 25

Anche se in Europa il marchio EA è sinonimo di FIFA, dall’altra parte dell’oceano EA è sinonimo di Madden. E Madden, a sua volta, è sinonimo
di Football Americano. Questa serie storica è giunta alla sua venticinquesima iterazione, ed è finalmente sbarcata sulle console di nuova generazione. Eppure, FIFA e Madden condividono molti aspetti. Come FIFA 14, il nuovoMadden NFL 25 next gen è sviluppato con il motore Ignite, che ha mostrato alcuni punti di forza nel franchise calcistico e che, perlomeno sulla carta, dovrebbe offrire altrettanto anche in questa sede. Allo stesso tempo, Madden si porta dietro i problemi che caratterizzano la serie FIFA, con un sostanziale immobilismo del franchise che si traduce in una manciata di migliorie aggiunte ad ogni nuova uscita.
Primo down
Come di consueto, il gioco ci offre parecchie modalità. Oltre alle semplici partite libere, possiamo partecipare a campionati nelle vesti di giocatore, allenatore o manager, con conseguente attivazione di un radicato sistema gestionale che si prende cura di un numero di aspetti davvero impressionante per un gioco principalmente orientato alla simulazione sportiva, piuttosto che a quella economica e manageriale.
Vi è inoltre la possibilità di seguire un campionato virtuale che ricalca gli avvenimenti della lega NFL, con un costante aggiornamento del roster. Inoltre, è davvero interessante la modalità che consente di rigiocare le azioni salienti della settimana, tentando di ribaltare dei risultati apparentemente impossibili. Questi contenuti vengono aggiornati costantemente, con il risultato che verso la fine della stagione ci ritroveremo tutti con in mano un gioco sensibilmente più ricco di quello disponibile al momento del lancio.
Ovviamente non mancano le modalità online, così come la tanto celebrata modalità Ultimate Team, con le sue immancabili carte. Infine, da segnalare la modalità Arena, calderone di tornei ufficiali organizzati da EA che, spesso, mettono in palio premi in denaro.
Secondo down
Una volta scesi in campo e collocati i giocatori sulla linea di scrimmage, il gioco mostra alcuni aspetti positivi e qualche caratteristica che ci ha lasciati piuttosto perplessi. Come di consueto, Madden è più vicino a un gioco strategico che a un gioco sportivo: tutto parte dalla decisione degli schemi da utilizzare in campo, sulla base dei quali si mette in atto l’azione da compiere. Il giocatore, dunque, deve accuratamente selezionare se tentare un’azione di corsa o una di passaggio, quindi leggere attentamente gli schemi sul campo e tentare di seguirli in maniera quasi religiosa. Quando siamo in attacco, l’avversario può essere più scaltro di noi e anticipare le nostre mosse: in quel caso è necessario comportarsi con intelligenza, tentando di improvvisare o trovare soluzioni fuori dagli schemi capaci, di portare a compimento un’azione che sembrava condannata in partenza. In questi momenti Madden NFL 25 dà il meglio di sé, in quanto ci fornisce la sensazione di avere risolto un problema soltanto grazie alle nostre abilità. In molti altri momenti, invece, le azioni durano talmente poco da non lasciarci capire cosa sia andato storto. Quest’ultimo è ormai un aspetto assodato della serie, e probabilmente anche dello stesso football americano, pertanto non ci si può certo lamentare.
Quello che, invece, ci ha fatto più volte saltare sulla sedia in preda alla rabbia è dato dall’abuso delle azioni di passaggio. Poiché i passaggi in Madden NFL 25 si completano in maniera semiautomatica, con la semplice pressione di un pulsante, è sufficiente individuare il giocatore libero e trovare il giusto tempismo per portare a termine un passaggio con successo. A difficoltà bassa, questa operazione va a segno 90 volte su 100, e il gioco diventa terribilmente facile con un po’ di pratica. Le cose migliorano a livello Pro, mentre a livello All Pro tutto è indubbiamente più complicato. Il punto è che, qualunque sia il livello di difficoltà, il gioco continua a suggerirci di utilizzare azioni di passaggio, anche quando sembrerebbe conveniente tentare una corsa attraverso le linee di difesa avversarie. Quando ci troviamo in difesa, l’avversario controllato dall’intelligenza artificiale si comporta secondo i suggerimenti del gioco, abusando in maniera imbarazzante dei passaggi. Così, la nostra difesa diventa a zona, monotona e certamente poco soddisfacente.
Anche quando decidiamo di ignorare i consigli del gioco e tentare un attacco in corsa, le cose diventano difficoltose a causa di un sistema di mosse a difesa dell’ovale decisamente troppo complicato. Per compiere i gesti tecnici basilari – salto, stiff arm, 180, eccetera – il gioco ci obbliga a fare uso di uno scomodo combo system che prevede di rilasciare il grilletto destro, premere il sinistro, ricordarsi una combinazione di tasti e di levette analogiche, quindi rilasciare il grilletto sinistro e ripremere il destro. Il tutto in un tempo presumibilmente inferiore a due secondi. Tuffarsi oltre la linea di touchdown in Madden 25 è più complicato di effettuare una Babality a Shao Kahn in Mortal Kombat 2.
Terzo down
Il motore Ignite ha permesso la messa in scena di alcuni effetti davvero imponenti per quanto concerne il reparto video. Come in FIFA 14, anche in Madden NFL 25 next gen il manto erboso (sintetico) è incredibilmente realistico, e le decine di migliaia di persone fra il pubblico sono tutte animate e realizzate con modelli tridimensionali. Non convincono pienamente i modelli dei giocatori, con visi spesso abbozzati dietro i caschi, mentre è ottima la fisicità dei giocatori, il cui “peso” si sente chiaramente nel momento dei contatti con gli avversari. Da segnalare qualche vistosissimo calo di frame rate, in particolare nei replay.
Splendida la colonna sonora e degno di lode il commento tecnico. Se la serie FIFA godesse di un commento altrettanto variopinto e ramificato, qui in Italia grideremmo tutti al miracolo. Inutile dire che, anche quest’anno, il gioco non è stato tradotto in italiano e che dà per scontati molti aspetti tecnici che, alle orecchie dei neofiti di questo sport, potrebbero suonare come una lingua aliena.

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