The Division 2: Warlords of New York

Per ravvivare gli animi un po’ spenti degli utenti di The Division 2, arriva finalmente il nuovo DLC, Warlords of New York, che, come possiamo facilmente intuire dal nome, ci riporta proprio nella Grande Mela, luogo in cui tutto ebbe origine.
Il contenuto aggiuntivo ci regala una mappa completamente nuova da esplorare e un nemico agguerrito da affrontare, Aroon Keener, disertore della Divisione.
Un’espansione sostanziosa che non lesina sui contenuti: vediamo da vicino cos’ha da offrire.

Di ritorno alla Grande Mela

Come abbiamo accennato nella nostra breve introduzione, il nuovo DLC di The Division 2 ci riporta nella nota New York, luogo in cui tutto ebbe inizio per mano del biologo Gordon Amherst. Sono ormai passati otto mesi dello scoppio dell’epidemia e la città, che inizialmente sembrava essere completamente inagibile, diventa ora accessibile agli agenti della Divisione – che saranno chiamati a ridare ordine alla società.

Sebbene si tratti di un luogo già noto grazie al primo capitolo, in verità Warlords of New York, ci propone una mappa completamente nuova dal punto di vista esplorativo: ricostruita con minuziosa cura avremo infatti davanti agli occhi Lower Manhattan, locazione ancora inesplorata.

A cambiare, con il quartiere, è anche il clima: ormai tra le strade iniziamo a percepire il caldo torrido che si è piano piano fatto strada fra i vicoli contaminati della città. Dove un tempo avevamo grosse distese innevate, ora troviamo una folta vegetazione, che cresce fitta e rigogliosa tra le vie della città. Alberi, cespugli e rampicanti, così come topi e cani randagi, faranno da contorno a strade che sembrano apparentemente vuote, ma che sono in realtà sede di innumerevoli pericoli.

The Division 2: Warlords of New York – Recensione
The Division 2: Warlords of New York – Recensione

Quattro distretti mai visti e un nemico temibile

La bellissima Lower Manhattan di Warlords of New York si divide in quattro differenti distretti: Financial District, Civic Center, Two Bridged e Battery Park, ognuno dei quali capitanato da uno dei luogotenenti del feroce Aaron Keener. Un volto non del tutto nuovo al mondo di The Division. Ad aiutarlo ci sarà un corposo esercito, guidato da quattro “vice”: Dragov, Parnell, Kajika e Conley.

Si fa presto quindi a tirare le somme del tessuto narrativo del gameplay, che ci vedrà dapprima impegnati nella raccolta di indizi e informazioni in ognuna delle quattro aree di gioco, per ambire al faccia a faccia con Keener.
L’idea di base piace, in particolare perché le missioni (seppure alla fine dei conti si tratti sempre di scoprire un luogo, eliminare i nemici e metterlo in sicurezza) cercano di differenziarsi in base anche alle personalità dei luogotenenti. Tutti avranno una particolare abilità e una diversa caratteristica e questo dettaglio andrà a caratterizzare quella che è l’esperienza di gioco, il che è da non sottovalutare. Alla fine di ogni missione principale, inoltre, riceveremo anche una abilità speciale.

The Division 2: Warlords of New York – Recensione

Warlords of New York garantisce una totale libertà di decisioni e movimento, perché non ci saranno limitazioni nella scelta delle missioni: potremo affrontarne una piuttosto che un’altra semplicemente in base alle nostre preferenze, ma non saremo in alcun modo costretti a seguire un determinato ordine. Tutto ciò diventa possibile poiché le aree non saranno più suddivise in basi ai livelli, ma, man mano che avanzeremo, i nostri nemici accresceranno il loro per potersi adattare alle nostre capacità.

L’intera proposta si compone di cinque missioni principali (una per ogni “mini-boss” e una per il nemico finale) più otto side-quest. Il tutto ci terrà impegnati per una quindicina di ore, che possono forse essere un po’ di meno per i super esperti, o qualcosa in più per i meno esperti o per i più minuziosi.

The Division 2: Warlords of New York – Recensione

Alla fine della fiera, naturalmente, il sistema di gioco rimane comunque lo stesso già visto in precedenza, non ci sono sostanziali cambiamenti a eccezione delle rivisitazioni al sistema di valutazione dei livelli dell’equipaggiamento. Si tratta sempre di un titolo che predilige l’azione tattica e studiata, più che un classico assalto à la Rambo: sfruttare al meglio la posizione e le coperture è essenziale per la buona riuscita della missione.
Potremo ovviamente giocare in solitaria, oppure creare un gruppo per affrontare ogni sfida in maniera più coordinata.

L’intelligenza artificiale rimane inoltre sempre molto agguerrita e non così facilmente eludibile, caratteristica che ci terrà sempre sull’attenti, ci costringerà in ogni occasione ad analizzare l’area di gioco per sfruttare gli spazi al meglio e ci porterà a studiare al meglio il nostro equipaggiamento.

The Division 2: Warlords of New York – Recensione
The Division 2: Warlords of New York – Recensione
The Division 2: Warlords of New York – Recensione

Un “nuovo” sistema per l’endgame

Prima nota del DLC Warlords of New York è il nuovo level cap che passerà da 30 a 40. Non si tratta, però, della modifica più sostanziale che vedremo all’interno di The Division 2: quello che veramente varia sarà tutto ciò che viene dopo. Una volta raggiunto il tetto massimo di 40, infatti, ci sarà da proseguire attraverso quelli che sono definiti livelli SHD. Ognuno di questi permetterà di acquisire specifici bonus e perk. Ecco dunque che cambia un po’ quella che è la visione d’insieme, che avvicina The Division 2 a titoli come Destiny 2la struttura infatti tramuta in una progressione stagionale (per un totale di tre Season).

Ognuna di queste stagioni conterrà una sorta di mini-campagna, che porterà quindi non solo nuovi aggiornamenti dal punto di vista della narrazione, ma anche nuove abilità e perk. Il tutto sarà poi ulteriormente condito dall’implementazione di eventi globali, che dovrebbero arricchire ancora di più quella che è l’esperienza di gioco.