Homeworld Remastered Collection

Che anni! Dal 1997 al 2000 il mondo degli strategici in tempo reale visse uno dei suoi momenti più splendenti e fortunati, che si può anzi considerare come l’ultimo grande triennio per il genere. Total Annihilation, Starcraft e Homeworld erano solo la punta di un iceberg ancora più grande e profondo, che poteva contare anche su titoli come Populous: The Beginning, Dark Reign 2 e Jeff Wayne’s The War of the Worlds. Di questi Starcraft è quello che ha scalfito di più l’immaginario collettivo e quello che ha anche venduto di più, ma Homeworld, approdato su PC nel 1999 e sviluppato dall’allora esordiente team di Relic Entertainment, aveva un fascino tutto particolare ed era sicuramente quello più cinematografico e con il comparto tecnico migliore. Lo sviluppatore canadese si sarebbe poi mosso su altri lidi dopoHomeworld 2 del 2003 (che seguiva l’espansione del 2001 Homeworld: Cataclysm), azzeccando altri ottimi titoli strategici della serie Warhammer 40.000 e sfornando un mezzo classico come Company of Heroes. Eppure Homeworld, con la sua epopea spaziale, le sue musiche strepitose, il suo multiplayer a 8 giocatori e le dimensioni del mondo di gioco, rimane a oggi la prova più completa e appassionante targata Relic. 16 anni dopo quel classico, ritroviamo Homeworld su Steam in una nuova versione Remastered Collection, proposta da Gearbox Software che ha acquisito i diritti della serie da THQ dopo il tristemente noto fallimento di quest’ultima.

In questo pacchetto disponibile a 31,99 euro troviamo i due capitoli della serie nella loro veste originale (ma con risoluzione limitata a 720p) e in quella Remastered, mentre è assente Homeworld: Cataclysm per motivi legati ai diritti di sfruttamento. Ce ne faremo una ragione.
Il restyling è servito
Se le versioni originali del gioco sono un bell’omaggio ai più nostalgici e permettono di installare le tantissime mod create nel corso degli anni, sono i due giochi rivisti e potenziati il vero cuore di questa Collection Remastered. La grafica è stata migliorata sotto ogni aspetto e un paragone diretto tra le due versioni è lampante a chiunque. Se già nel 1999 Homeworld era un gioiello grafico con pochi rivali, oggi ritroviamo quelle stesse sensazioni, soprattutto nella resa dello spazio, delle navi spaziali, delle nebulose dai colori incredibili e dei combattimenti. Il gioco supporta risoluzioni fino a 4K e non mancano diverse opzioni grafiche. Certo, la natura di un gioco risalente a 16 anni fa non è scomparsa del tutto e alcuni modelli di navi appaiono un po’ troppo spigolosi, per non parlare di certe texture che dimostrano tutti gli anni trascorsi. Nel complesso il lavoro fatto da Gearbox Software è comunque superiore a buona parte dei Remaster odierni e anche l’ottimizzazione non tradisce incertezze, tanto che giocare in Full HD con l’antialiasing al massimo è tutto tranne che proibitivo anche per PC piuttosto vecchiotti. L’altra novità che si nota una volta iniziato a giocare è il restyling dell’interfaccia di gioco, con menu più comodi e gestibili a patto però di cambiarne le dimensioni, visto che in Full HD risultano troppo piccoli da leggere comodamente.
16 anni e non sentirli
Per il resto, a parte il multiplayer, di cui parleremo tra un po’, è rimasto tutto come prima. Le campagne in singolo dei due titoli (una trentina di missioni in tutto per oltre 25 ore di gioco assicurate) sono ancora oggi validissime, soprattutto per quanto riguarda Homeworld. La fuga disperata degli ultimi sopravvissuti Kushan di fronte all’attacco devastante dei Taiidan fa respirare una fantascienza epica e drammatica in pieno stile Battlestar Galactica, di cui Homeworld è forse la trasposizione videoludica più fedele a livello di atmosfera e narrazione. Escludendo qualche missione di scorta che non è invecchiata benissimo, le due campagne in singolo sono ancora oggi appassionanti e decisamente toste, almeno per chi è abituato all’approccio di molti RTS odierni. Gestire il 3D del gioco e lo spostamento delle unità anche sull’asse verticale era una novità allora e in un certo senso continua ad esserlo anche oggi, visto che pochi altri RTS post-Homeworld hanno mantenuto questo approccio. C’è poi tutta la parte della gestione delle risorse che aggiunge profondità al gameplay, anche se alla fine i fan di vecchia data sono rimasti legati soprattutto ai combattimenti spaziali, che hanno mantenuto tutta la loro carica strategica; l’importanza delle diverse formazioni di navi continua a essere fondamentale, così come cercare di completare una missione con le minori perdite possibili in modo da iniziare quella successiva senza un handicap eccessivo.
Il nuovo multiplayer
La difficoltà maggiore si trova ancora in Homeworld 2, un vero osso duro anche per gli strateghi più esperti e sgamati, e trovare oggi RTS che perdonano così poco al giocatore non è facile. Per quanto riguarda invece il multiplayer, Gearbox ha optato per una soluzione intelligente, raggruppando di fatto le due modalità multigiocatore originali in un’unica soluzione. In questo modo si possono ottenere fin da subito tutte le fazioni di entrambi i titoli (Hiigaran, Kushan, Taiidan, Vaygr) e oltre 20 mappe, mentre il numero massimo di giocatori online è rimasto fermo a 8, numero comunque più che sufficiente per godersi battaglie spaziali epiche e maestose. Il multiplayer viene definito dalla stessa Gearbox come qualcosa di work in progress, anche perché si tratta della modifica più corposa e sostanziosa fatta rispetto ai due giochi originali. In effetti si nota ancora qualche problema di equilibrio a favore di una fazione piuttosto che un’altra e il net-code non è proprio stabilissimo, ma va anche detto che un match online di Homeworld può durare davvero tanto e, pur preferendo la componente in singolo per l’incredibile pathos che riesce a ricreare, il restyling del multiplayer è l’ennesima ciliegina sulla torta di una Collection Remastered perfettamente riuscita e tale da riproporre due grandissimi giochi in un’unica ed esaltante soluzione.
…fonte SpazioGames